Questo sito contribuisce
alla audience di

7 punti fondamentali per scegliere con intelligenza il Master più utile alle proprie esigenze

Scegliere il Master (manageriale) sbagliato fa male al portafogli e alla propria preparazione. 

Settembre. Tempo di decisioni e di propositi aziendali.

Gli imprenditori e i manager ripianificano le attività e sono pronti a conquistare tutto il mercato disponibile (tanto ogni 4 mesi ci sono i Reforecast per gli “aggiustamenti” e gli “alibi”), i dipendenti silenziosamente cercano di stare dietro a piani di sviluppo non sempre perfettamente comprensibili, ma “i capi vogliono così”.

Fra il dire e il fare c’è di mezzo la formazione. (Ma tranquilli, questo non è un post sulla formazione). Formazione che aiuta i manager e gli imprenditori a trasmettere le informazioni in maniera credibile, coerente e motivante, formazione che aiuta i dipendenti a comprendere meglio il loro ruolo in azienda e a crescervi insieme.

Per questo, fra i compiti delle Risorse Umane in Azienda c’è l’obbiettivo di far crescere manager e dipendenti per se stessi e per il buon andamento dell’azienda. Dunque si definiscono i piani formativi. Alcuni imprenditori illuminati selezionano accuratamente i Master per i manager (leadership, teambuilding, coaching…) e i corsi per i dipendenti (lingue, technicality, ancora teambuilding. Sembra proprio che in Italia le Persone non sappiano collaborare fra di loro!). Alcuni responsabili del personale meno illuminati provvedono a mettere a catalogo qualche corso sulla 626 e sull’uso del gestionale interno, e si va avanti.

Il compito di questo articolo è quello di dare qualche suggerimento a manager e aziende su come scegliere il Master manageriale più adeguato alle proprie esigenze. Ecco a mio avviso i 7 punti importanti per valutare un Master efficace.

1. Non è vero che più costa più è valido. Oggi esistono Master molto qualificanti a costi contenuti. E’ dovere di un’azienda misurare al meglio il proprio budget anche se ha a disposizione fondi inter-professionali, in modo da poter erogare più formazione e in maniera più trasversale su tutta l’organizzazione. Ricordiamo che la formazione è anche un modo per premiare i propri dipendenti e per rendere il posto di lavoro più esclusivo rispetto ad altre aziende. Se i dipendenti non percepiscono in maniera corretta l’opportunità di migliorare, c’è qualcosa che non funziona nella comunicazione interna. 

2. Valutate i Programmi, non i Titoli. Non basta che un Master abbia nel titolo il termine “internazionalizzazione”, “Risorse Umane” o “Digitale” per essere un corso che prepari adeguatamente a queste tre (esempi) tematiche. Innanzitutto aprite i programmi di almeno tre corsi della stessa scuola: sono programmi specifici per ogni materia proposta oppure le stesse materie o gli stessi docenti si trasferiscono indistintamente da un corso all’altro? In quest’ultimo caso non abbiate dubbi: non state pagando per un master specialistico, state facendo beneficenza a docenti tuttologi.

3. Chi sono i docenti? Nei programmi sono specificati chiaramente chi sono i docenti per ogni materia, oppure ci sono solo i titoli dei vari moduli senza specificare a chi saranno affidati? Non basta sapere che in quel corso si parlerà di “gestione delle emergenze” se non sappiamo chi sarà il docente preposto. E in questo caso, un giro su Linkedin per capire l’excursus del docente è quanto meno necessario: parliamo di docenti di professione o le materie manageriali sono affidate anche a Persone che hanno effettivamente lavorato in azienda? Questo è fondamentale, altrimenti si rischia di seguire un corso estremamente teorico dove l’insegnante non ha mai messo piede in azienda. Come può davvero conoscere le dinamiche aziendali?

4. Sono previste Case History e Visite Aziendali?

E’ innegabile che una sana teoria sia importante per capire alcune dinamiche, soprattutto dal punto di vista degli economics. Ma poi, il vostro Master prevede di “scendere in produzione”? Nel programma è previsto per ogni lezione almeno lo studio di una case history o di una best practice per ogni argomento trattato, in presenza di un testimonial aziendale? Se si parla di Lean per esempio, si visita uno stabilimento che la mette in pratica? Se si parla di Organizzazione, si visitano degli uffici innovativi? Se si parla di Start-Up un salto in un incubatore per capire le dinamiche che regolano le piccole aziende innovative, è previsto? Se si parla di comunicazione, un’agenzia importante che viene a raccontare una storia, è prevista? Oppure il vostro Master che parla di aziende si svolge interamente in aula?

5. Aziende, ospiti d’Onore e Specchietti per le Allodole

Se arrivati a questo punto avete deciso di seguire un Master Manageriale anche se non è previsto alcun docente “aziendale”, alcuna case history o visita in azienda, avrete certamente le vostre buone ragioni. Una di queste potrebbe essere che, a fronte dei 4 punti di cui sopra, il Rettore del Master che avete deciso di seguire vi ha detto che quei punti non sono importanti e che il vostro Master, sebbene preveda tanta teoria, in realtà avrà degli ospiti importanti e delle Lectio Magistralis, oltre a invitare di tanto in tanto qualche imprenditore a raccontare la sua storia. A scanso di equivoci:

– gli imprenditori vengono invitati in QUEI Master non per arricchire le vostre competenze, ma per arricchire il loro Ego: si parleranno addosso per due ore senza trasferire alcun concetto “tecnico”. Servono alla direzione del Master per referenziarsi e l’anno successivo chiedere quote di partecipazione.

– i politici e le istituzioni vengono invitate ai Master per politica. Il Master si qualifica con i suoi assessori e Presidenti di regione, questi ultimi vengono  a fare campagne elettorali. I politici portano valore solo a chi li ospita. Attendo riscontri diversi.

6. I Master non ricollocano personale. Ma offrono “gli strumenti per”.

Mi hanno girato alcune mail e pubblicità di Master che promuovono i propri corsi promettendo “ricollocamento immediato”, “contatti con le migliori aziende del territorio”, “contatti con i recruiter”, percentuali di successo inverosimili. Il ricollocamento non avviene attraverso i Master, soprattutto se parliamo di middle e top management. Posso assicurare che in 20 anni di recruiting non ho avuto una sola richiesta di “responsabile amministrativo con master”.

I Master possono aggiornare le competenze (e per questo è fondamentale che i docenti siano persone molto pragmatiche, che abbiano teorie innovative, che siano quanto più vicini alle aziende), possono aprire le vedute, possono offrire occasione di networking. Ma non ricollocano. Mettetevelo bene in testa prima di bruciare un TFR “per ricollocarvi”.

7. Non cercate “un Master sotto casa”

Parlando con un’azienda citata come “partner del nostro Master” sul sito di un Master di medio livello, il direttore del personale di quell’azienda (logisticamente a pochi chilometri dalla sede del master) mi ha rivelato non solo che a quel Master non viene iscritto alcun loro dipendente, ma che non c’è alcuna relazione legata al recruiting di figure che si formano a quel Master, perché – testuale – “è evidente che una Persona che sceglie un Master perché è logisticamente più comodo, non è una Persona che fa per noi”. 

Dunque, scegliete un Master a seconda dei programmi, dei temi, dei relatori, delle testimonianze e soprattutto per le reali presenze aziendali. Se esiste un valore che può aiutare nel ricollocamento questo è di certo legato alla vostra curiosità, agli stimoli e agli sforzi che avete fatto per formarvi al meglio e sarà certamente notato da chi vi assume.

Le parole sono importanti. La vostra formazione e quella dei vostri dipendenti è addirittura strategica.

Pubblicato su Linkedin Pulse

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

4 × quattro =