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Al Meridione c’è tanta gente che ha voglia di lavorare

E così lo ha capito anche il sig. Stevanato, titolare di una azienda di infrastrutture di Salzano (da non confondersi con Stevanato Group che invece è una importante azienda fra l’altro caso di studio per il recruiting, di cui ho parlato tante volte) che nei giorni scorsi ha avuto grande visibilità grazie al solito tam tam mediatico con cui Il Gazzettino di Padova disinforma da anni i suoi lettori e con la scusa della visibilità offre uno spettacolo desolante della cultura imprenditoriale veneta.

Poco da aggiungere anche stavolta. Il copione è ormai ben collaudato.
Si prende un’impresa di medio-piccole dimensioni, il più delle volte “parònale”, gli si offre visibilità sul giornale a patto che “la storia” sia “a prova di click”. E dunque si racconta di commesse spesso internazionali e di fatturati in crescita ostacolati dalla poca voglia di lavorare dei giovani, sempre più attratti dai divani acquistati con il reddito di cittadinanza.

Nelle ultime settimane, in visione probabilmente di un colpo di mano del prossimo Governo all’indirizzo dell’odiato sussidio, le responsabilità si sono spostate sulle famiglie “che parcheggiano i figli all’Università” e sulle “serie Netflix” come commenta il sig. Stevanato.

Ma in questa ennesima triste prova di non-giornalismo, sembra brillare una luce. Il sig. Stevanato si è accorto che esiste un’area del Paese in cui i giovani sono senza lavoro e accettano anche di trasferirsi pur di avere un’occupazione stabile. Dopo anni di contro-letteratura terrona, il Meridionale diventa l’eccellenza da portare ad esempio.

Che poi – incredibilmente – è anche quell’area del Paese in cui è maggiore il numero di percettori del reddito. Allora, mettetevi d’accordo!

Ironia a parte, continuerò a ripetere che, se le Associazioni di Categoria non iniziano a fare il loro mestiere – cioè “associare” le Persone e elevare la cultura del lavoro di un’imprenditoria che nonostante il salto generazionale non ha avuto modo di evolversi – a progettare piani di attrazione offrendo alloggi a chi si sposta da 1000 kilometri per uno stipendio (reale) di 1200- 1500 euro al mese e soprattutto, se non si rendono i contesti produttivi più accoglienti, continueremo a cercare operai nel raggio di 3 km o dove la domanda è superiore all’offerta.

E infine, quando si parla di “operai specializzati” non si possono cercare fra i neodiplomati o in età di tirocinio. Vanno cercati con le piattaforme giuste, con un sito aziendale che presenti qualcosa di più di un form da compilare e di un cartello imbarazzante pieno di retropensieri appiccicato fuori dall’azienda.

Facciamo in modo che certi giornali ritornino ad occuparsi di buche nelle strade e festeggiare i compleanni dei centenari nonni dei paesi.

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