Una ricerca ad altissimo potenziale è comparsa ieri sulle bacheche di Indeed, la piattaforma più emergente di incontro fra domanda/offerta di lavoro.
E’ evidente il motivo per cui già dopo pochi minuti dalla pubblicazione dell’inserzione, questa venisse rimbalzata su alcuni profili linkedin di specialisti HR, in alcuni casi con ironia:
In altri casi, non l’hanno presa proprio bene:
Analizzando attentamente la job description si rimane stupiti dal fatto che una società di consulenza che si propone come un modello di innovazione concettuale e per lo più in una città come Milano, si proponga per l’individuazione di un profilo discutibile (ma non impossibile) di Amministratore Delegato che funga anche da Direttore Commerciale (ma in fondo in fondo ci potrebbe anche stare, soprattutto in realtà medio piccole non è escluso che il Boss sia anche il facente le veci del CFO o del Direttore Commerciale, almeno ad interim…)
Volendo assolvere l’imputato con le attenuanti generiche perché il job title non sussiste, non si può chiudere un occhio sull’omicidio preterintenzionale di una job description che non sta in piedi nemmeno se ci fosse Gandhi a fare da avvocato della difesa.
La presentazione della posizione è un trionfo di supercazzole
“Complice un parallelo importante piano di sviluppo nelle aree HR e Consulting (che assorbirà l’attuale Proprietà), la risorsa inserita dovrà assumere, oltre alla legale rappresentanza della Società, la responsabilità di sviluppare il core business aziendale.
Personalmente, spero di non essere l’unico a non capire cosa significhi questa frase e in che maniera giustificherebbe l’inserimento di un AD che vada a fare anche il piazzista di consulenze, la perla comunicativa tuttavia è la successiva:
Non saranno minimamente prese in considerazione candidature, pure qualificate, di risorse intenzionate unicamente a ruoli di natura manageriale.
Come se un Direttore Commerciale e ancor di più un Amministratore Delegato non fossero ruoli di natura manageriale a maggior ragione nella misura in cui ci si debba assumere anche la Rappresentanza Legale della società come richiesto dal profilo pubblicato.
La job description è il manuale di excusatio non petita
Più che un’offerta di lavoro coinvolgente e accattivante come una job description dovrebbe essere, nella misura in cui le offerte di lavoro sono anche strumento di marketing e dunque di employer branding, il tono scelto sembra quello di una minaccia. Della serie “ti stiamo offrendo un’opportunità straordinaria ma non abbiamo tempo da perdere”:
Propensione al rischio, spirito imprenditoriale, leadership, capacità di confrontarsi a qualsiasi livello e con qualsiasi tipologia di interlocutore sono condizioni da ritenersi sine qua non. Fondamentale la disponibilità a viaggiare su tutto il territorio nazionale. Fondamentale l’essere automuniti dato che, inizialmente, tra i benefits, non è prevista l’auto aziendale.
Tradotto: fermo restando che l’azienda non si assume alcun rischio d’impresa, vogliamo un fenomeno da bosco e da riviera, capace di dialogare con i buyer del mercato del pesce e con Tycoon del Medio Oriente e che, sia al mercato del pesce che in Medio Oriente, ci vada con la sua macchina perché noi, macchine non ne diamo.
Normalmente, in una job description si inseriscono i benefit offerti, non si specificano quelli NON offerti.
Vogliamo parlare dell’offerta contrattuale?
Non penserete mica che il problema siano i 1500 euro offerti ad un Amministratore Delegato prestato al Commerciale da Battaglia che renda ridicola questa offerta? L’ “offering”, come viene più volte specificato in un miscuglio di inglese da Milanese Imbruttito in mezzo a un Italiano che sta al business come la panna negli spaghetti alle vongole, è ancor più imbarazzante:
All’offering in essere si è affiancata un’offering ulteriore nelle aree HR e Consulting. Tale offering ulteriore opererà sinergicamente con il core business (outsourcing processes) in logica cross selling.
- rimborsi spese a piè di lista (per meeting con Clients, Prospects, Partners);
- piano variabile consistente in fees dal 5% al 10% del business generato / procurato;
- possibilità, generato / procurato business per € 1.000.000,00 / anno, di convertire le fees in quote aziendali, divenendo, di fatto, Socio
Quindi, non state a fare i fenomeni, perché qui si parla di una signora proposta di lavoro. In questa contaminescion di IumanResoursis, Consalting, Amministratori delegati e Direttori Commerciali si prevede un business da un milione di euro (che sebbene non abbiamo ancora capito quale sia, spero quantomeno sia stato identificato da una persona diversa da quella che elabora le job description…). E in più – udite udite – ammesso e non concesso tu sia capace di sviluppare tutto sto popò di fatturato, non lo realizzerai in soldoni sonanti ma in QUOTE AZIENDALI, divenendo, che tu lo voglia o no, SOCIO!!!
Dulcis in fundo, la richiesta di titolo di studio: laurea (in non si sa che cosa) triennale, obbligatoria. Quindi, chi ha fatto un corso di laurea con vecchio ordinamento (direi la stragrande maggioranza di qualsiasi candidato possa oggi definirsi Amministratore Delegato sommando gli anni di esperienza a quelli che ci vogliono per alimentare le competenze del ruolo, è escluso a priori). Adesso potete fare domande.
Una strategia commerciale ben precisa
Indagando sul profilo di colui che sembra essere la mente (in outsourcing anche quella, probabilmente) della società, il sistema dell’assunzione a partita IVA con conversione dei risultati prodotti in quote societarie è ben più che un incidente di percorso, ma una vera e propria strategia aziendale:
La ciliegina sulla torta però, è la strategia comunicativa: l’hanno buttata in politica!
Se Dario Argento si fosse dato al Corporate Thriller, non avrebbe potuto generare una sceneggiatura migliore.
Ma chi sono gli ideatori di questo modello consulenziale?
Eccoli qui: l’azienda si chiama Le.Del.Bas Outsourcing srl e propone un nuovo modo di pensare in outsourcing .
Ideata da due soci e una partner: Cristiano Delbò, una carriera discendente in Agenzie Interinali, iniziata con Adecco e terminata in Articolo Uno. Aurelio Bascaran ha iniziato il suo percorso professionale come junior manager in Snia Engineering e oggi è socio e partner di società di consulenza, articoli da regalo e outsourcing generico. Anna Lerario (tifiamo per te) ha iniziato la sua attività come assistente di direzione per poi specializzarsi anche lei in consulenze di outsourcing generico.
Di certo, non saranno particolarmente ferrati sulle consulenze HR, ma non si può dire che lo slogan “pensare in outsourcing” non sia azzeccato!