Questo sito contribuisce
alla audience di

Ci sono un Italiano, un Italiano, un’Italiana e un Amministratore Delegato da 1500 euro al mese

Una ricerca ad altissimo potenziale è comparsa ieri sulle bacheche di Indeed, la piattaforma più emergente di incontro fra domanda/offerta di lavoro.

E’ evidente il motivo per cui già dopo pochi minuti dalla pubblicazione dell’inserzione, questa venisse rimbalzata su alcuni profili linkedin di specialisti HR, in alcuni casi con ironia:

In altri casi, non l’hanno presa proprio bene:

Analizzando attentamente la job description si rimane stupiti dal fatto che una società di consulenza che si propone come un modello di innovazione concettuale e per lo più in una città come Milano, si proponga per l’individuazione di un profilo discutibile (ma non impossibile) di Amministratore Delegato che funga anche da Direttore Commerciale (ma in fondo in fondo ci potrebbe anche stare, soprattutto in realtà medio piccole non è escluso che il Boss sia anche il facente le veci del CFO o del Direttore Commerciale, almeno ad interim…)

Volendo assolvere l’imputato con le attenuanti generiche perché il job title non sussiste, non si può chiudere un occhio sull’omicidio preterintenzionale di una job description che non sta in piedi nemmeno se ci fosse Gandhi a fare da avvocato della difesa.

La presentazione della posizione è un trionfo di supercazzole

“Complice un parallelo importante piano di sviluppo nelle aree HR e Consulting (che assorbirà l’attuale Proprietà), la risorsa inserita dovrà assumere, oltre alla legale rappresentanza della Società, la responsabilità di sviluppare il core business aziendale.

Personalmente, spero di non essere l’unico a non capire cosa significhi questa frase e in che maniera giustificherebbe l’inserimento di un AD che vada a fare anche il piazzista di consulenze, la perla comunicativa tuttavia è la successiva:

Non saranno minimamente prese in considerazione candidature, pure qualificate, di risorse intenzionate unicamente a ruoli di natura manageriale.

Come se un Direttore Commerciale e ancor di più un Amministratore Delegato non fossero ruoli di natura manageriale a maggior ragione nella misura in cui ci si debba assumere anche la Rappresentanza Legale della società come richiesto dal profilo pubblicato.

La job description è il manuale di excusatio non petita

Più che un’offerta di lavoro coinvolgente e accattivante come una job description dovrebbe essere, nella misura in cui le offerte di lavoro sono anche strumento di marketing e dunque di employer branding, il tono scelto sembra quello di una minaccia. Della serie “ti stiamo offrendo un’opportunità straordinaria ma non abbiamo tempo da perdere”:

Propensione al rischio, spirito imprenditoriale, leadership, capacità di confrontarsi a qualsiasi livello e con qualsiasi tipologia di interlocutore sono condizioni da ritenersi sine qua non. Fondamentale la disponibilità a viaggiare su tutto il territorio nazionale. Fondamentale l’essere automuniti dato che, inizialmente, tra i benefits, non è prevista l’auto aziendale.

Tradotto: fermo restando che l’azienda non si assume alcun rischio d’impresa, vogliamo un fenomeno da bosco e da riviera, capace di dialogare con i buyer del mercato del pesce e con Tycoon del Medio Oriente e che, sia al mercato del pesce che in Medio Oriente, ci vada con la sua macchina perché noi, macchine non ne diamo.

Normalmente, in una job description si inseriscono i benefit offerti, non si specificano quelli NON offerti.

Vogliamo parlare dell’offerta contrattuale?

Non penserete mica che il problema siano i 1500 euro offerti ad un Amministratore Delegato prestato al Commerciale da Battaglia che renda ridicola questa offerta? L’ “offering”, come viene più volte specificato in un miscuglio di inglese da Milanese Imbruttito in mezzo a un Italiano che sta al business come la panna negli spaghetti alle vongole, è ancor più imbarazzante:

All’offering in essere si è affiancata un’offering ulteriore nelle aree HR e Consulting. Tale offering ulteriore opererà sinergicamente con il core business (outsourcing processes) in logica cross selling.

  • rimborsi spese a piè di lista (per meeting con Clients, Prospects, Partners);
  • piano variabile consistente in fees dal 5% al 10% del business generato / procurato;
  • possibilità, generato / procurato business per € 1.000.000,00 / anno, di convertire le fees in quote aziendali, divenendo, di fatto, Socio

Quindi, non state a fare i fenomeni, perché qui si parla di una signora proposta di lavoro. In questa contaminescion di IumanResoursis, Consalting, Amministratori delegati e Direttori Commerciali si prevede un business da un milione di euro (che sebbene non abbiamo ancora capito quale sia, spero quantomeno sia stato identificato da una persona diversa da quella che elabora le job description…). E in più – udite udite – ammesso e non concesso tu sia capace di sviluppare tutto sto popò di fatturato, non lo realizzerai in soldoni sonanti ma in QUOTE AZIENDALI, divenendo, che tu lo voglia o no, SOCIO!!!

Dulcis in fundo, la richiesta di titolo di studio: laurea (in non si sa che cosa) triennale, obbligatoria. Quindi, chi ha fatto un corso di laurea con vecchio ordinamento (direi la stragrande maggioranza di qualsiasi candidato possa oggi definirsi Amministratore Delegato sommando gli anni di esperienza a quelli che ci vogliono per alimentare le competenze del ruolo, è escluso a priori). Adesso potete fare domande.

Una strategia commerciale ben precisa

Indagando sul profilo di colui che sembra essere la mente (in outsourcing anche quella, probabilmente) della società, il sistema dell’assunzione a partita IVA con conversione dei risultati prodotti in quote societarie è ben più che un incidente di percorso, ma una vera e propria strategia aziendale:

La ciliegina sulla torta però, è la strategia comunicativa: l’hanno buttata in politica!

Se Dario Argento si fosse dato al Corporate Thriller, non avrebbe potuto generare una sceneggiatura migliore.

Ma chi sono gli ideatori di questo modello consulenziale?

Eccoli qui: l’azienda si chiama Le.Del.Bas Outsourcing srl e propone un nuovo modo di pensare in outsourcing .

Ideata da due soci e una partner: Cristiano Delbò, una carriera discendente in Agenzie Interinali, iniziata con Adecco e terminata in Articolo Uno. Aurelio Bascaran ha iniziato il suo percorso professionale come junior manager in Snia Engineering e oggi è socio e partner di società di consulenza, articoli da regalo e outsourcing generico. Anna Lerario (tifiamo per te) ha iniziato la sua attività come assistente di direzione per poi specializzarsi anche lei in consulenze di outsourcing generico.

Di certo, non saranno particolarmente ferrati sulle consulenze HR, ma non si può dire che lo slogan “pensare in outsourcing” non sia azzeccato!

5 commenti su “Ci sono un Italiano, un Italiano, un’Italiana e un Amministratore Delegato da 1500 euro al mese

  1. Ciao Osvaldo, questo è lo schema Ponzi applicato al mondo del lavoro.
    Fai bene a denunciare pubblicamente questi fatti, non tanto per sete di giustizia, ma perchè dobbiamo scacciare il lavoro cattivo prima che contamini quello buono.
    Direi che poi Le.Del.Bas. outsourcing pronunciato in Milanese si accoppi a pennello a questo annuncio ed avventura professionale

  2. Carissimo Dott. Danzi,
    non ho mai avuto il piacere di conoscerLa personalmente ma mi sento in dovere di ringraziarLa per il Suo post che, di fatto, mi ha permesso, in pochissimi giorni, di ricevere oltre 300 CV (tanto che ho dovuto incaricare una mia collaboratrice delle attività di screening) nonchè una serie di richieste di collegamento LinkedIn di Manager di importantissime multinazionali con le quali, incrociando le dita, potrei nel prossimo futuro definire alcuni ambiti di collaborazione.
    Ciò detto, mi preme puntualizzare alcuni aspetti:
    – il job title “Amministratore Delegato e Direttore Commerciale”, ha ragione, “non sussiste” ma, come Lei stesso ben ha scritto, “in realtà medio piccole non è escluso che il Boss sia anche il facente le veci del… Direttore Commerciale”. Allo stato, le 2 funzioni sono in capo al sottoscritto che, i miei Clienti attivi già ne sono a conoscenza, vorrebbe a breve ritagliarsi lo spazio necessario per lanciare (quale divisione interna a Le.Del.Bas Outsourcing o Società a latere, da definirsi) un progetto in area consulenza / HR (un’appendice dei servizi in outsourcing già offerti che integrerebbe, o amplierebbe, le attività RPO, Vendor e On Site). Ah, a proposito, non cerco teste di legno…;
    – consapevole che un compenso da Amministratore non può essere d’appeal a € 1.500,00, ho deciso di inserire un variabile pesante con la possibilità, raggiunta una soglia (per me, € 1.000.000,00) che renderebbe la risorsa un asset per l’azienda, di convertirlo (totalmente o parzialmente con modalità che non sono, ovviamente, nell’annuncio) in quote aziendali, divenendo, di fatto, imprenditore. Scelta non obbligo;
    – compenso e benefits sono quelli che l’azienda (sul mercato da luglio 2014, a break-even ed in forte crescita ma in un mercato complesso quale quello dell’outsourcing processes) oggi può permettersi. Ecco perchè scrivo “non saranno minimamente prese in considerazione candidature, pure qualificate, di risorse intenzionate unicamente a ruoli di natura manageriale”. Forse non ho formulato bene il concetto ma a me pare chiaro: se sei un Manager e non ti interessa crearti un percorso che ti possa eventualmente condurre a fare impresa, cosa ti candidi a fare? Per € 1.500,00? Per benefits che sono solo strumenti di lavoro? Non ha senso, perdi tempo tu e perdo tempo io… Se, invece, vuoi provare a creare qualcosa di (in parte) tuo, senza partire da zero (come coraggiosamente ha fatto il sottoscritto nell’ormai lontano 2012), qui puoi avere un percorso più agevole (la base è buona e il trend pure);
    – “propensione al rischio, spirito imprenditoriale, leadership…” vanno letti alla luce di quanto ho appena scritto;
    – “… capacità di confrontarsi a qualsiasi livello e con qualsiasi tipologia di interlocutore sono condizioni sine qua non”… sì, lo ribadisco! I ns referenti (CEO e CFO in primis) dei ns Clienti (tutte multinazionali, data l’oggettiva difficoltà di vendere outsourcing alle MPMI) richiedono cultura di base (ecco perchè Laurea, senza interesse per facoltà specifiche) e dialettica notevoli;
    – “Fondamentale la disponibilità a viaggiare su tutto il territorio nazionale. Fondamentale l’essere automuniti dato che, inizialmente, tra i benefit, non è prevista l’auto aziendale”… sì, è così, meglio saperlo subito! “Normalmente in una job description si inseriscono i benefit offerti, non si specificano quelli NON offerti”… ok, chiedo umilmente venia!
    – quanto a “Una strategia commerciale ben precisa”… sì, per me lo è e, mi perdoni, nella mia azienda credo di essere libero di decidere! Riflettiamo serenamente. Se l’azienda cresce ma non a sufficienza per introdurre Manager con RAL elevate, integra un illecito provare ad offrire un percorso alternativo? Percorso alternativo che, in tale caso, potrebbe anche coinvolgere profili non solo senior (con esperienza) ma anche leggermente più junior (purchè con potenziale). Quanti giovani con potenziale non trovano lavoro e si lanciano, soli, in start up che non raggiungono poi il 3° anno di vita? Sono certo di poter offrire un’opportunità seria anche ad alcuni di loro…
    – quanto a “La ciliegina sulla torta però, è la strategia comunicativa: l’hanno buttata in politica!”… beh, qui si informi! Non è una questione di “politica” ma di “strumenti”: se la somministrazione cala (perchè vengono ridotte le possibilità di utilizzo… in merito legga i dati dell’Osservatorio Nazionale), nero a parte (che non credo possa rappresentare una valida alternativa), o si transita sullo staff leasing o si transita sugli appalti (laddove vi siano, ma questo è naturale, le debite condizioni);
    – last but not least… quanto a “Ma chi sono gli ideatori di questo modello consulenziale”… qui mi ha divertito moltissimo, erano anni che non ridevo così tanto! Sulla “discesa agli inferi” (professionale, s’intende) del sottoscritto, avrei dei dubbi… non so dove abbia trovato gli “articoli da regalo” del mio Socio Aurelio (a proposito, c’è mercato? Siamo imprenditori e… pecunia non olet!)… sul tifo per la mia Socia Anna, invece, siamo tutti d’accordo: Aurelio ed io diciamo sempre che rappresenta la colonna portante della ns azienda!
    Grazie ancora della pubblicità (spero gratuita, non mi invii fattura), saluti e… stia bene!
    Ora (almeno io) torno a lavorare, la pausa caffè (con annesso post) è stata decisamente lunga…
    PS: Le chiederò il collegamento LinkedIn… non fosse mai che mi sfuggisse un Suo nuovo esilarante post! Lei, però, tenga un occhio sui miei post… appena scrivo qualcosa, parta all’attacco!

    Cristiano Delbó
    Founder & Owner
    Le.Del.Bas. Outsourcing

    1. Tutto è lecito sig. Delbò, anche consultare i bilanci delle aziende, che sono pubblici. E qualcuno dei lettori lo ha fatto e me lo ha reso noto.
      La Sua lunga lettera di di scuse (corredata dal solito fanciullesco “grazie a Lei che ci ha fatto pubblicità” che non sta in piedi proprio per nulla, considerando le centinaia di commenti negativi su Linkedin – perché si informi anche Lei, ma la storia del “basta che se ne parli” non regge più da un pezzo) si disintegra a fronte dei risultati della Sua Azienda durante l’esercizio dello scorso anno che non non si avvicina nemmeno lontanamente alle ipotesi di fatturato che propone ai candidati.

      Qualche stupido è rimasto in giro, ma non sono molti. Forse solo “oltre 300”.
      In bocca al lupo.

      1. Lecito (e doveroso) consultare i bilanci
        La mia non era affatto una “lettera di scuse” perchè, mi creda, non ho proprio nulla di cui scusarmi
        Quanto ai risultati, non so quante Aziende, nate da zero a luglio 2014 in un mercato complesso (uno dei più complessi) quale quello dell’outsourcing (caratterizzato da cicli di vendita spesso lunghissimi, prossimi ai cicli finanziari), siano riuscite a raggiungere quei volumi dando lavoro, ad oggi, a 12 persone (tutte regolarmente assunte a tempo indeterminato)
        Certo è che non si è, purtroppo, fatto ancora nulla di significativo, certo è che si deve crescere, certo è che voglio una realtà ben più strutturata nell’arco di 3/5 anni di sviluppo
        Alla luce di un business plan di medio-lungo raggio, si inserisce l’obiettivo di fatturato, a mio avviso (ma certo posso anche sbagliarmi) assolutamente raggiungibile
        Non credo che le persone (imprenditori, professionisti, consulenti ma anche qualche dipendente di altre realtà concorrenti) che sto colloquiando siano degli “stupidi”
        Crepi il lupo e… in bocca al lupo anche a Lei
        Saluti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

venti + 18 =