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Followers come polli d’allevamento

C’è un precedente nel modello di comunicazione utilizzato da Rudy Bandiera per la sua ultima provocazione di social media marketing alla ferrarese. E non è un caso di successo. 

Riguarda due giovani, Mark e Audrey, che nel 2011 finsero una storia d’amore osteggiata dai genitori, al punto tale da chiedere ai loro followers di sostenerli economicamente per aiutarli a sposarsi. In molti, credendo a questa storia, hanno seguito giorno per giorno su Facebook i due novelli Romeo e Giulietta. L’operazione ha un grande successo e i cuori si sciolgono di fronte alla fuga d’amore, tanto che i due, per ringraziare i loro stakeholders organizzano la diretta straming del matrimonio. Succede però che Mark dimentica l’anello e deve tornare a casa. Tutti lo vedono risalire sull’auto fin quando un grande schianto seguito dallo schermo nero, interrompe la registrazione. Pochi secondi ed ecco apparire la pubblicità di una compagnia di assicurazioni: “Nella vita accadono aventi inaspettati. Accertati di aver assicurato il tuo amore”. 

#EpicFail! griderebbero gli esperti di settore.

A Rudy Bandiera, bisogna riconoscere un grande talento creativo in un mondo di social media smanettoni laureati al corso per corrispondenza di “like” con il bacio della commissione “Klout”. Rudy, per intenderci, si è fatto breccia in questo mondo grazie ad arguzie e – vogliamo sperare – provocazioni come la creazione del movimento della lovvotica, i suoi apprezzamenti verso la cinematografia porno, o una canzone lanciata qualche anno fa dal titolo “le magnifiche”. Novello Miguel Bosè della Bassa. 

Amici comuni mi dicono essere anche molto bravo come consulente. 

Ultima trovata, in ordine cronologico, il video pubblicato su Youtube per una richiesta di “social crowdfunding”. A suo favore. Già reduce da un furto all’alba dell’inaugurazione dei suoi nuovi uffici, adesso un tir gli ha anche sbrandato l’auto e, come farebbe chiunque a cui sembra che il grande simposio dei Macumbari gli abbia dedicato tutta la sua attenzione, il buon Rudy ha deciso di realizzare un video pietoso (ho detto pietoso, non patetico!), dove, with a little help from his friends chiede al suo pubblico di aiutarlo a convincere una casa automobilistica a farsi dare un’auto nuova altrimenti tutti i suoi dipendenti finiranno sul lastrico. 

Tanto è stato che ha ottenuto una Smart per un anno.
Grazie al lavoro gratuito dei suoi followers che ancora una volta passano il compito sotto il banco come quegli scolaretti con gli occhiali a fondo di bottiglia che devono ingraziarsi il bullo della classe, meno brillante, ma più fico di loro.

Non entro nel merito della qualità dell’operazione – ognuno si faccia la sua – quanto sulla ripetitività seriale con cui in questo settore sta prendendo sempre più piede in maniera più o meno strutturata (si va dalle sfrontate offerte di collaborazione in qualità di promoters di prodotti, alla realizzazione di questo genere di video), un metodo non solo poco etico per il modo con cui si influenzano le informazioni, ma anche per il coinvolgimento coatto di altri consumatori, che poi sono tutti coloro che si fidano di te e del tuo giudizio.

Veri e propri animatori del grande villaggio turistico dei social media che sfruttando l’apatia e la mancanza di curiosità dei giornalisti veri, come mercenari del make up gratuito e delle casse di vino recapitate a casa sono diventati ripetitori promozionali di quelle organizzazioni che hanno intuito il potere virale di questi personaggi.

Personalmente, in questa operazione, non ci trovo nessun motivo di vanto e tantomeno ci vedo questa straordinaria forza comunicativa. Anzi, come scrive Futura Pagano in un post molto serio sull’argomento, il rischio dei nuovi media è quello di fare un salto nel passato, annullando la meritocrazia e la democraticità della rete. Ovvero proprio quelle cose da cui i giovani vogliono prendere le distanze, ma poi in molti casi ci ripiombano dentro annegando nel controsenso e nell’incoerenza dei valori.

Probabilmente gli stessi che poco coerentemente hanno messo il like anche sulla campagna #CoglioneNo

O forse è iniziata la nuova era dei venditori di Folletto, con la differenza che a fare il porta a porta ci mandano i loro amici.

Articolo pubblicato il 7/7/2014 su Il Giornale Digitale

Pubblicato in Blog

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