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Non trovano collaboratori. Rassegna (della) stampa inutile e servizievole (parte 2)

Settimana dal 21 al 28 giugno

La prima buona notizia della settimana ha il preciso compito di rimarcare l’inutilità della stampa inutile e servizievole che anche questa settimana ha dato il meglio di sè.

Tuttavia, a parte gli irriducibili Gazzettino Veneto e Quotidiano Nazionale che non mollano la presa e cercano ancora click facili pubblicando esternazioni di ristoratori e qualche Presidente di ConfQualcosa (sempre utile per racimolare qualche eurino in pubblicità), c’è da dire che la maggior parte della stampa ha capito che la storiella degli imprenditori buoni che offrono lavoro a camerieri sfaticati non sta più in piedi.

«Dopo un anno di chiusura ma, soprattutto, in un momento di difficoltà generale come quello che tutta l’economia sta vivendo, con inevitabili ripercussioni nel mondo del lavoro, non mi sarei mai aspettato di trovarmi in queste difficoltà nel reperire personale», ha commentato Luciano Pareschi, titolare del parco. «Non vorrei mai che i giovani si adagiassero sugli aiuti che vengono dallo Stato e fosse più conveniente stare a casa che andare a lavorare», ha sottolineato ancora il gestore.

Le stupidaggini di Guido Barilla della scorsa settimana hanno trovato subito nuovi adepti.

Mentre il Quotidiano Nazionale ha deciso di deliziare i suoi lettori con un’inchiesta fissa sul tema affidandola a giornalisti fortissimi nelle congiunzioni conclusive (“perciò”…,  “quindi…”,  “dunque…”, “ebbene…”, “pertanto…:, “allora…”) ma totalmente incapaci di mettere insieme una frase che termini col punto interrogativo (che “in gergo giornalistico” chiameremo d’ora in poi “domande”).

Provare per credere

I lettori hanno imparato a fare fact-checking e questi articoli ricevono solo commenti imbarazzanti.

Il fenomeno davvero straordinario di quest’estate, dopo anni di finte interviste ad imprenditori “in grande crescita impossibilitati a far fronte alle tantissime richieste del mercato perchè non trovano personale, parte finalmente “dal basso”, dove i lettori iniziano autonomamente a fare fact-checking, a incrociare i nomi di quegli imprenditori e di quelle attività, per scoprire che in nessun luogo e in nessun lago compare una sola ricerca di personale da parte di questi fenomeni leader di settore.

Ho il piacere di inaugurare la rassegna stampa di questa settimana proprio con un Presidente Regionale della Fipe Confcommercio, una delle Associazioni di Categoria più agguerrite sul tema, che già dall’inizio della stagione aveva dispensato anatemi contro il Reddito di Cittadinanza e i suoi percettori. Romano Cardinali, in 3 minuti spiega finalmente in modo chiaro quale sia il motivo per cui soprattutto dopo la pandemia è più difficile rinvenire personale.

Questa spiegazione ripulisce il banco da centinaia di esternazioni e di preconcetti da parte di imprenditori e con grande umiltà ammette anche gli errori commessi dalla categoria negli anni passati.

L’unico modo per trovare il guasto è alzare il cofano.

Buone notizie (a metà) anche da Rimini

“Abbiamo fatto questa scelta: sostanzialmente, seguire le leggi. Che poi, onestamente, non dovrebbe suscitare scalpore, dovrebbe essere la normalità. Invece è così: sfruttare i dipendenti, farli lavorare in nero, sono cose date per scontate”. La notizia è che fa notizia. Daniele Ciavatti, insieme al fratello Maurizio, gestisce quello che è stato reputato il “primo hotel etico” della Riviera. Il loro hotel Aros di Torre Pedrera, frazione di Rimini del litorale nord, è stato l’unico a ottenere la certificazione della start up Ethicjobs, che ha sottoposto i suoi dipendenti a un questionario anonimo, per valutare il loro benessere lavorativo.

Buona notizia “a metà”, perché se da un lato abbiamo la conferma che quando un imprenditore offre contratti regolari e condizioni di lavoro umane viene premiato e non ha alcun problema a reperire personale, dall’altro fa riflettere che una notizia del genere faccia notizia.

Tuttavia, complimenti a Silvia Renda, la giornalista che ha scritto l’articolo e ai titolari dell’hotel che anticipano qualsiasi commento in questo senso e per primi si interrogano sulla sensazionalità del caso. (A differenza del Corriere della Sera che invece ha tutt’altro stile. Ma l’articolo è riservato ai poveri abbonati che possono leggere gli stessi articoli anche gratuitamente su altre testate, ma scritti peggio).

Lo “storytelling” inizia a creparsi.

Ottimo lavoro anche quello di Ilaria Betti (questa settimana l’Huffington Post ha deciso di distinguersi in maniera sostanziale dalla stampa mainstream) che intervista Jacopo Ricci, chef di Frascati.

“Se non trovi i camerieri è perché non li paghi abbastanza”. Entra a gamba tesa nel dibattito sulla penuria del personale nel settore della ristorazione, Jacopo Ricci, chef e co-titolare del ristorante “Dopo Lavoro Ricreativo” a Frascati. “Io non ho avuto difficoltà a reperire le risorse – ci racconta -. Se offri un contratto con tutti i contributi, tredicesima e quattordicesima comprese, non avrai problemi a trovare gente che voglia lavorare per te”. Non è colpa delle nuove generazioni ‘sfaticate’, insomma: “La pandemia ha fatto venire a galla un sistema malato da anni. Un giorno è venuta da noi una ragazza, si è proposta come cameriera. Le ho offerto un contratto, è rimasta a bocca aperta. È un cane che si morde la coda: l’imprenditore offre poco, il lavoratore accetta svalutandosi. Ma qualcosa sta cambiando: la gente oggi preferisce un sussidio statale a una forma di schiavismo moderna”.

“Un sistema malato”. Lo aveva definito così anche Gabriele Bianchi, pluripremiato cameriere toscano, in uno degli articoli che avevamo dedicato al tema su SenzaFiltro.

L’imprenditore fenomenale della settimana

Se la scorsa settimana tutte le pagine dei giornali sono state per Guido Barilla, per la gioia del suo ufficio comunicazioni e relazioni esterne che aveva iniziato a tirare un sospiro di sollievo dopo 5 anni passati a ripulire l’immagine del brand multinazionale (soprattutto in America), questa è stata la settimana di Briatore.

Briatore ha evidenziato come a fronte dei 250 curriculum ricevuti, solo una quindicina di persone hanno accettato il lavoro, mentre alcuni anni fa c’era la fila. Ad incidere in particolar modo è il reddito di cittadinanza. Per quale motivo un giovane dovrebbe ammazzarsi di lavoro, magari per meno di mille euro al mese, quando gli stessi soldi si possono incassare stando seduti a casa o sdraiati in spiaggia?

Naturalmente il giornalista che ha assemblato l’articolo ben si guarda dal fare domande, una su tutte: “ma siamo certi che quei 350 curriculum non siano il totale di quanto ricevuto negli ultimi 10 anni?”
Anche perché non si spiega per quale motivo uno dovrebbe mandare un curriculum e poi rifiutare l’offerta.

Mentre si spiega perfettamente, dopo quanto avvenuto lo scorso anno, del perchè nessuno voglia più lavorare al Billionaire.

nell’avviso di conclusione indagini notificato al gestore del locale – e ai suoi colleghi del Phi Beach e del Country Club – descrivono un quadro di spregio assoluto delle norme sanitarie, anche e soprattutto nei confronti del personale: che era fatto alloggiare in condizioni del tutto promiscue, quando denunciava sintomi veniva ignorato e aveva addirittura il divieto – nel caso delle hostess – di indossare le mascherine per proteggersi dal virus.

I giornali mainstream iniziano a prendere le distanze

Finalmente i giornali “più importanti” del nostro Paese, (o almeno quelli che dopo aver condiviso gli articoli sui loro social vanno a leggere i commenti. Non tutti lo fanno…) forse rendendosi conto del danno d’immagine che ricevono continuando a pubblicare improbabili interviste, iniziano a fare retromarcia.

E così, questa settimana, dopo il video del Fatto Quotidiano in cui un giornalista si è finto “stagionale” registrando le offerte di lavoro e le condizioni che gli venivano proposte, anche Repubblica replica con un reportage in cui la giornalista chiede apertamente ad alcuni imprenditori quali siano le condizioni di lavoro offerte.

Sentite le risposte.

Anche il Presidente americano dice la sua: “pagateli di più”.

E infine, terminiamo la nostra rassegna stampa che finalmente tende prevalentemente in maniera positiva verso un’informazione più “sostenuta” (da domande e fatti comprovati, cosa piuttosto rara ancora fino alla scorsa settimana), con le dichiarazioni di John Biden, presidente americano, che si è espresso sul tema:

L’articolo a commento è consultabile invece su FanPage

Mentre nell’operosa Brianza, ancora non si vede la luce in fondo al tunnel.

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