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Perchè l’infografica sulle domande inopportune da fare ad una donna in fase di colloquio è altrettanto inopportuna

Mi dispiace molto per quanto sta avvenendo sulla bacheca di Claudio Sponchioni che qualche giorno fa ha pubblicato un’infografica su una serie di suggerimenti per le donne che in fase di colloquio si sentono porre domande allusive ai limiti della discriminazione.

Al di là di qualche commento altrettanto discriminatorio nei confronti di chi i figli non può averli, non può permetterseli o anche ha semplicemente deciso di non averli operando altre scelte, molti lettori hanno espresso il loro disappunto relativo all’infografica proposta da Jobiri.

Prendiamo però il buono da quanto accaduto:
Questo post offre all’autore Claudio Sponchioni non solo un ottimo spunto di miglioramento per la comunicazione della sua azienda che in questo caso ha ottenuto un effetto totalmente opposto a quanto sperato, ma soprattutto un termometro molto chiaro del fatto che le Persone – soprattutto qui su Linkedin dove si parla di lavoro – vogliono leggere posizioni chiare e ben schierate nei confronti di certi argomenti.

Inoltre, mi permetto di suggerire a Claudio di non giustificare commento per commento la sua posizione, poichè è evidente che se tutti coloro che commentano “non hanno capito”, forse è necessario mettersi in discussione come affermano Cristina Polga e Corinne Carone.

Ed ecco alcuni dei commenti a mio avviso più “solidi” in risposta al post e su come si deve affrontare una situazione in cui vengano poste domande discriminatorie che ritengo possano essere molto utili alla conversazione di genere:

“A domande illegali non si risponde” – Alice CasaliAndrea SimonettiLaura GiannettiLorenza MoscarellaGuido Penta

E’ fondamentalmente sbagliato “preparare” i candidati a difendersi da situazioni come queste e anzi, bisognerebbe abbandonare il colloquio e denunciare pubblicamente quanto avvenuto. – Chiara CordellinaDalia FilippiRosario RanieriGiuseppe Laregina e Ambra DanesinMonica Castronuovo,

Domande di questo genere fanno capire immediatamente un ambiente tossico. Vale davvero la pena? – Anna VillaGiulia Melchiori,

Luca Bertozzi pur non essendo “uno del mestiere” a mio avviso dà il miglior suggerimento che si possa dare a chi si occupa di selezione del personale: se un committente ci chiede di discriminare le donne che hanno o intendono avere figli, rifiutate il mandato. E voi candidate, ogni volta che vi sentite fare una domanda simile, provvedere a rendere pubblico il nome dell’azienda e del recruiter”.

Io non ci credo che ci siano donne “che non possono rifiutare” o che siano più forti le aziende dei candidati che segnalano queste situazioni facendo nomi e cognomi. Se continuiamo a ragionare in questo modo le cose non cambieranno mai.

Oggi la reputazione è più importante di qualsiasi fatturato.
Anzi, spesso ne è propedeutica.

Approfondimento: il post completo su Linkedin

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